Quando chiuderò la porta,
finirà una vita.
Un intero ciclo cosmico
viaggerà nella mia valigia.
Non apparterrà mai a nessun altro
questa casa.
Rimarrà per sempre mia.
Coloro che l’abiteranno in futuro
troveranno
scampoli della mia vita
sparpagliati ovunque:
il mio odore in bagno,
uno sguardo imprigionato dentro il forno,
la mia voce nascosta in un cassetto,
un bacio caduto sulla poltrona,
una carezza dimenticata all’ingresso…
Lascio tanto di me
che sarà più leggero
il bagaglio di ritorno.
Non perdo niente, lo so.
Lo do soltando in pegno.
Tornerò inaspettatamente
qualche giorno
per rivendicarlo.
Non perdo niente, lo so.
Mi porto via tante cose
che non avevo al mio arrivo.
Cose di quelle che non appesantiscono,
che non ostacolano il viaggio,
che lasciano libere le ali
ed spingono a volare.
Arriverà il giorno
in cui dovrò chiudere la porta, sì.
Sento che si avvicina.
Ma nessuna chiave potrà sbarrare mai
l’orizzonte aperto.
Non apparterrà mai a nessun altro
questa casa.
Sa troppo di noi.
Sa troppo di me.
Rimarrò per sempre sua.
(Pisa, 18 giugno 1996)Salomé Guadalupe Ingelmo
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